Vai ai contenuti

Cenni Biografici - fondazionenatuzza.org


Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime

Salta menù
Fondazione Natuzza
Salta menù

Cenni Biografici

Natuzza Evolo




Era il 1 novembre 2009, festa di Tutti i Santi, quando Natuzza Evolo, all’età di 85 anni, ha lasciato questa terra per entrare definitivamente in quel mondo con cui fin da bambina ha avuto familiarità.
La pioggia battente non ha fermato le migliaia di persone (si calcola 30 mila circa) che a Paravati, suo paese natio nella provincia di Vibo Valentia in Calabria, hanno voluto dare l’ultimo saluto a Natuzza.
Il feretro è stato accolto da un applauso scrosciante. «Tante volte Natuzza ha accolto molti di noi, oggi siamo stati noi ad accoglierla con un applauso.
Facciamo festa con lei che adesso è nella Corona dei Santi» ha detto Monsignor Luigi Renzo, Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, iniziando le esequie insieme ad altri cinque vescovi e oltre 120 sacerdoti.
Fortunata Evolo, da tutti chiamata “Natuzza”, è nata in Calabria, a Paravati il 23 agosto 1924, in una realtà desolata e povera, dove la crisi agricola che interessa tutto il Sud costringe molti ad emigrare. Tra questi il padre, Fortunato Evolo, partito per l’Argentina a un mese dalla sua nascita e mai più tornato.
Quando riceve la Prima Comunione nella Chiesa Santa Maria degli Angeli di Paravati, si accorge che ha la bocca piena di sangue. Pensando di aver fatto peccato, corre dal Parroco don Clemente Silipo, per dirgli: Ho masticato l’Ostia e ho fatto un grande peccato.
Per aiutare i familiari accoglie la provvidenziale offerta dell’avvocato Silvio Colloca, un affermato professionista della vicina Mileto, il quale ha bisogno di una collaboratrice domestica per la moglie Alba.
Ed è in questa casa che Natuzza ha visioni della Madonna e di Gesù; avvengono le prime bilocazioni e la prima essudazione ematica; si accentuano i fenomeni della visione di defunti, della bilocazione e dei dialoghi con l’Angelo Custode al punto che Natuzza comunica “messaggi” impossibili per un’analfabeta.
Quando il 29 giugno 1940 riceve la Cresima nella cappella privata del Vescovo di Mileto Mons. Paolo Albera, ha una “eruzione cutanea sanguigna in forma di croce sulle spalle e in forma di cuore sul petto come rilevasi dagli indumenti” ( da una lettera scritta dal Vescovo a Padre Agostino Gemelli).
 
Subentra poi un nuovo fatto: la Madonna dice a Natuzza che il 26 luglio avrà una “morte apparente”. Natuzza non comprende il significato della parola “apparente” e avvisa la signora Alba che finalmente raggiungerà il suo Gesù. Cade in un lungo sonno che durerà sette ore, attorniata da tanti medici, che sono là ad aspettarne la morte...
Racconterà, al suo risveglio, che si è trovata in Paradiso, al cospetto di Gesù che le chiede di dividersi i compiti: Portare a Lui le anime. Amare e compatire. Amare e soffrire.
È il Giorno della Promessa, il giorno più bello della sua vita, che la segnerà per sempre. Quell’incontro sarà la luce e la forza che animerà di amore ogni suo gesto e l’offerta di tutta la sua vita.
 
La mancata “profezia” della data della propria morte discredita Natuzza agli occhi di molti. Il Vescovo Albera si affretta a comunicare l’accaduto a Padre Gemelli che suggerisce di ricoverarla in una casa di cura. Il Vescovo ammonisce la gente a non darle più retta e informa la ragazza che intende mandarla all’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria per farla esaminare e curare.
Natuzza, pur sapendo di essere sana, per obbedienza al suo Vescovo, accetta di farsi ricoverare presso l’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria. Il direttore dell’ospedale, il dr. Annibale Puca, la trova di notevole interesse scientifico e la trattiene per due mesi, aprile-maggio 1941, , invece del mese concordato con il Vescovo, concludendo che tutte le manifestazioni di Natuzza, comprese quelle emografiche, che anche ai suoi occhi sono eccezionali, vanno ricondotte in un quadro di malattia isterica. “Vedrai che quando ti sposi, queste cose ti passeranno”, dice alla ragazza il giorno delle dimissioni.
All’uscita dall’ospedale psichiatrico, Natuzza rientra in famiglia e in seguito si unisce in matrimonio con Pasquale Nicolace nella chiesa di Santa Maria degli Angeli di Paravati. Diventerà madre di cinque figli e, diversamente da quanto diagnosticato dal medico, le manifestazioni del sacro continuano a verificarsi come prima del ricovero e delle cure.
 
Tre giorni dopo le nozze, il 17 gennaio 1944, Natuzza racconta di aver avuto una visione della Madonna, di Gesù e di San Giovanni. La Madonna, che si presenta con il titolo “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, assicura Natuzza che in futuro si realizzerà un’opera dal contenuto spirituale e sociale in Paravati: la Villa della Gioia.
La Villa della Gioia sarà una Cittadella che avrà al suo interno il Centro Recupero della Speranza per la riabilitazione; il Viale della Misericordia e il Centro Ospiti della speranza con annesso Villaggio del Conforto, composto da diciannove “casette” per ammalati nel momento ultimo della loro vita terrena assistiti dai familiari; il Viale della Salvezza che conduce alla “grande e bella chiesa” dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime.
Nel 1986, quarantadue anni dopo la predizione, la Madonna dice a Natuzza che è giunta l’ora di avviare l’Opera da lei voluta e, con l’approvazione del parroco di Paravati, Don Pasquale Barone, e del Vescovo di Mileto, Mons. Domenico Tarcisio Cortese, il 13 maggio del 1987 viene costituita l’Associazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, trasformata il 5 luglio 1998 in Fondazione di natura privata dallo stesso titolo mariano e approvata con decreto del Vescovo Cortese il 22 febbraio 1999, come fondazione privata di religione e di culto.
 
Il 13 novembre 1993, il Vescovo Domenico Cortese benedice l’Effigie del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, realizzata per volontà e secondo l’indicazione di Natuzza. Ed è in nome e per volontà della Madonna, venerata sotto questo titolo, e per l’esempio di fede di Natuzza che nascono e si diffondono ampiamente i Cenacoli di preghiera, riconosciuti e approvati dal Vescovo.
 
La posa della prima pietra della “grande e bella chiesa” avviene l’8 giugno 2002, alla presenza di Natuzza, dei vescovi Mons. Domenico Tarcisio Cortese e Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, e di quasi ventimila persone.
Nella circostanza viene letto una preghiera di Natuzza: “Questa pietra, Vergine Santa diventi un santuario perché tutto il mondo ti venga a visitare. Un santuario che possa convertire tutte le anime e in particolare quelle più bisognose”.
Il 30 maggio 2006, Natuzza dà inizio ai lavori della “grande e bella chiesa”, dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, con la prima colata di cemento; sarà dedicata e consacrata il 6 agosto 2022 dal Vescovo di Mileto Mons. Attilio Nostro e dallo stesso elevata a Santuario il 23 agosto 2024.
 
Il 1° novembre 2009, a ottantacinque anni, nella Casa di riposo “Mons. Pasquale Colloca”, da lei voluta, Natuzza ritorna alla Casa del Padre.
Il 6 aprile 2018 la Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea annuncia l’apertura della causa di beatificazione di Natuzza.
* * *
 
La vita di Natuzza è stata semplice e umile, povera e nascosta, ma allo stesso tempo straordinaria, per il nascere e crescere di alcuni fenomeni di cui lei è stata ignara spettatrice e docile strumento.
Ha il dono della bilocazione. Vede Gesù, la Madonna, San Francesco di Paola, Padre Pio e altri santi. Vede anime di defunti e conversa con loro. Ma è la Settimana Santa il periodo in cui le manifestazioni si fanno più intense. Nei giorni che precedono la Pasqua, infatti, la mistica di Paravati rivive sul proprio corpo la Passione del Signore; cade in uno stato di estasi e le stimmate si trasformano a contatto con bende e fazzoletti in testi di preghiere in lingue diverse, ostie ed ostensori, corone di spine e cuori.
Natuzza non era mai andata a scuola, non sapeva né leggere né scrivere.
Fin da bambina ha avuto il dono di vedere e di parlare con l’Angelo Custode, un bambino di otto-nove anni, che la guidava e la consigliava nel rispondere in lingue straniere, nel diagnosticare malattie con una terminologia medica che solo una persona colta poteva dare.
Da ragazza Natuzza capì che la sua missione sarebbe stata quella di dare una parola di conforto alla gente. Riceve per anni centinaia di persone al giorno. Da lei sono passati tutti: colti, ignoranti, potenti, poveri, religiosi e laici, affidandole sofferenze, angustie, invocando conforto e luce. E lei, facendosi carico delle loro sofferenze, ha dato a tutti una parola di conforto, di speranza e di pace, una risposta certa, il sorriso e la gioia.
La tomba di Natuzza è meta di pellegrinaggio. Segno che le sue parole si realizzano quotidianamente: “Quando sarò dall’altra parte farò più rumore”. Sulla sua tomba ha voluto fosse inciso questo messaggio: “Non cercate me. Alzate lo sguardo verso Gesù e la Madonna. Io sono con voi e prego”.
Via Umberto I, 153 - 89852 Paravati (VV) - Tel. 0963/336478 - Fax 0963/337081
Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime
©Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime - 2025  - Powered by Ippolito Maiolo

Torna ai contenuti